0.5 Luca Vitiello
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2. LEGATI DAL DOVERE, 29 novembre 2019... Recensione
3. LEGATI DALL'ODIO, 7 aprile 2020
4. Bound by Temptation
5. Bound by Vengeance
6. Bound by Love
7. Bound by the Past
AUTORE: Cora Reilly
EDIOTRE: Hope Edizioni
GENERE: Contemporary Mafia Romance
Quando Gianna vede sua sorella Aria sposare Luca Vitiello, il Capo della
Famiglia di New York, un uomo che conosce a malapena, promette a se
stessa che non subirà mai lo stesso destino.
Al matrimonio del fratello Luca, Matteo Vitiello rivede Gianna e decide che lei dovrà essere sua.
Quando
le nozze vengono combinate, a Gianna non resta che accettare la volontà
degli Uomini d’Onore. Lei, però, non ha intenzione di piegarsi alle
leggi del mondo della Mafia e sposare qualcuno che non ama, quindi,
qualche mese prima dal matrimonio, scappa, eludendo la sorveglianza
della sua guardia del corpo.
Giunta in Europa è pronta a cominciare
una nuova vita, ma non ha fatto i conti con la determinazione di Matteo
che vuole ritrovarla a ogni costo.
E quando Matteo riuscirà nel suo
intento, nulla gli impedirà di usare ogni arma in suo possesso per
piegare Gianna alla sua volontà e dimostrarle che lei è sua.
Arriviamo finalmente alla storia tra Gianna e Matteo.
Ho atteso la loro storia con molta ansia e devo dire che sono
abbastanza soddisfatta.
Ho sempre amato particolarmente il personaggio di Gianna
perché è l’unica che ha sempre lottato contro tutto quello comporta essere una
femmina in un mondo malavitoso.
Matrimoni combinati, abusi, discriminazioni.
Per quanto ritiene Matteo bello e sexy, non riesce ad
accettare quello che lui rappresenta, ne è addirittura disgustata.
Vedendo poi la fine che ha fatto sua sorella, un matrimonio
combinato con il capo della famiglia di New York, non che fratello maggiore di
Matteo, alla notizia di essere stata data in sposa proprio a quest’ultimo,
preferisce scappare e accettare le conseguenze, piuttosto che sottostare a
queste assurde tradizioni.
Per mesi si sposta in tutta Europa cercando di trovare
quella libertà che tanto desidera.
Per Matteo è sempre stata una sfida Gianna, il suo carette
ribelle l’ha sempre eccitato.
E quando gli scappa da sotto il naso, per lui ritrovarla non
è più solo una questione di onore, ma è anche di possesso e gelosia.
Infatti, l’idea che un altro prende ciò che li appartiene,
lo fa impazzire.
Sin da subito la loro relazione è una battaglia, piacevole
per il mio coinvolgimento.
Tuttavia, ad un certo punto l’ho trovato un po' pesante.
Gianna è stata una continua contraddizione e il finale
scontato.
Continuo a non capire perché la Reilly ha voluto raccontare
della donna come un oggetto, un pezzo di carne.
Come ho sempre detto, per farti piacere questa serie bisogno
mettere da parte i pregiudizi.
Sono abbastanza soddisfatta, perché, visto il carattere
tutto pepe dei protagonisti, mi aspettavo qualcosa di più avvincente.
Purtroppo, avvolte le autrici tendono ad andare sul sicuro e
di seguire la massa, creando trame scontante, invece di azzardare e rischiare e
differenziarsi dai luoghi comuni, regalandoci qualcosa di singolare.
Indubbiamente al momento della serie, questo è il mio
preferito.
Attendiamo e vediamo nei prossimi cosa succederà.
Invece di tornare alla festa, decisi di andare nella mia
stanza. Non ero dell’umore adatto per affrontare di nuovo i miei genitori.
Avrei soltanto finito per litigare con mio padre e quel giorno non ne avevo
proprio bisogno. Prima che potessi attraversare il corridoio che portava alla
mia camera, due ragazzi si fermarono davanti a me. Non conoscevo i loro nomi e
non sembravano essere molto più grandi di me; forse avevano diciotto anni. Uno
dei due aveva un po’ di pancetta e l’acne, l’altro era più alto e minaccioso.
Provai a superarli, ma il tipo più alto mi bloccò il
passaggio.
«Togliti dalle palle!» esclamai, guardando i due idioti.
«Non fare la guastafeste, Rossa. Chissà se lo sei anche lì
sotto.» Indicò il punto tra le mie gambe.
Arricciai le labbra, disgustata. Come se non avessi mai
sentito quelle parole prima.
Il ragazzo con l’acne scoppiò a ridere. «Potremmo provare a
scoprirlo.»
All’improvviso, comparve Matteo. Afferrò il ragazzo alto e
gli puntò un coltello all’inguine. «Oppure... potremmo provare a scoprire
quanto tempo impiegheresti a morire dissanguato come un maiale dopo che ti avrò
tagliato il cazzo. Che ne pensi?»
Ne approfittai per dare un calcio nelle palle al ragazzo con
l’acne che urlò e cadde in ginocchio. Probabilmente, non avrei dovuto provare
un piacere così forte per quel gesto.
Matteo inarcò le sopracciglia scure. «Vuoi occuparti anche
di questo?»
Non me lo feci ripetere due volte, così diedi un calcio
anche all’altro ragazzo, che finì in terra. Entrambi guardarono Matteo con espressione
impaurita e mi ignorarono.
«Sparite, prima che decida di tagliarvi la gola» disse
Matteo.
Scapparono via come cani con la coda tra le gambe.
«Li conosci?» chiesi.
Matteo posò il pugnale. Non sembrava così ubriaco come era
parso prima. Forse, alla festa aveva soltanto cercato di mettersi in mostra. Mi
guardai intorno e mi resi conto che eravamo soli in quella parte della casa e,
dal modo in cui il mio cuore cominciò a battere più velocemente e il mio
stomaco a fare i capricci, capii che era una pessima idea restare là.
«Sono i figli di due dei nostri soldati. Non sono ancora
degli Uomini d’Onore.»
Forse, introdurli al mondo della mafia non li avrebbe resi
delle persone migliori. «Avrei potuto occuparmene da sola» dissi.
Matteo mi guardò di nuovo dalla testa ai piedi. «Lo so.»
Non mi aspettavo quella risposta e non ero nemmeno certa se
mi stesse prendendo in giro oppure no. «È divertente vedere come un secondo
prima tu riesca a comportarti da cavaliere con l’armatura scintillante e quello
dopo incoraggi tuo fratello ad abusare sessualmente di mia sorella.»
«Luca non ha bisogno di incoraggiamenti, fidati.»
«Mi fai venire il vomito. Tutta questa situazione mi fa
schifo.» Mi voltai per andare via, ma Matteo mi precedette e mi fermò, mettendo
un braccio contro la parete.
«Tua sorella starà bene. Luca non è crudele con le donne.»
«Dovrebbe farmi sentire meglio?»
Matteo si strinse nelle spalle. «Conosco mio fratello e non
farà del male ad Aria.»
Lo guardai negli occhi: sembrava serio. Avrei voluto
credergli, ma, da quello che avevo visto, Luca non era un uomo gentile. Era
brutale, spietato e freddo, e non ero certa che la definizione di “non essere
crudele” di Matteo corrispondesse alla mia.
«Ho davvero voglia di baciarti, cazzo» disse Matteo con voca
roca, sorprendendomi.
Spalancai gli occhi, ma lui non si mosse. Rimase fermo
davanti a me, con il braccio contro la parete, a fissarmi con i suoi occhi
scuri. Grazie a Dio, non eravamo fidanzati, quindi le sue parole erano più che
inappropriate. Se mio padre lo avesse sentito, sarebbe impazzito. Avrei dovuto
essere nervosa, almeno imbarazzata, invece mi chiesi come sarebbe stato baciare
qualcuno, baciare lui. Le ragazze che erano in classe con me avevano già dato
il loro primo bacio ed erano anche andate oltre. Soltanto Aria, le altre
ragazze delle famiglie mafiose e io eravamo protette dal mondo esterno. C’erano
sempre delle guardie del corpo attorno a noi. Come sarebbe stato baciare una
persona proibita? Come sarebbe stato comportarsi da cattiva ragazza?
«Allora perché non lo fai?» chiesi e sentii i campanelli
d’allarme risuonare nella mia testa, ma li ignorai.
Quella era una mia scelta. Se non fossimo stati quello che
eravamo, se non fossimo nati in quel mondo di merda, se Matteo non fosse stato
un Uomo d’Onore e un assassino, forse avrei potuto innamorarmi di lui. Se ci
fossimo incontrati come due persone normali, magari sarebbe potuto nascere
qualcosa tra di noi.
Matteo si avvicinò e, per qualche ragione, indietreggiai
fino a quando non sentii la parete contro la schiena. Lui mi seguì e presto mi
ritrovai bloccata tra il suo corpo e la pietra fredda. «Perché nel nostro mondo
ci sono delle regole ed esistono delle conseguenze per chi le infrange.»
«Non sembri una persona che segue le regole.» Non ero certa
del perché lo stessi incoraggiando, non volevo le sue attenzioni, desideravo
soltanto abbandonare quel mondo malato e le persone che ci vivevano. Farsi
coinvolgere da una persona come lui me lo avrebbe impedito.
Matteo mi rivolse un sorriso tenebroso. «Non lo sono.»
Allungò una mano e la fece scivolare tra i miei capelli. Rabbrividii per via
del suo tocco. Non mi piaceva nemmeno Matteo, giusto? Era fastidioso, arrogante
e non sapeva quando fosse il caso di chiudere la bocca.
Proprio come me.
Tuttavia, il mio corpo voleva di più. Gli afferrai il gilè,
stropicciando la stoffa con le dita. «Nemmeno io. Non voglio dare il mio primo
bacio a mio marito.»
Matteo rise piano ed era così vicino che lo percepii,
piuttosto che sentirlo. «È una pessima idea» mormorò. Le sue labbra erano a
meno di un centimetro di distanza dalle mie e il suo sguardo non era divertito
come al solito.
Il mio corpo bruciava dal bisogno. «Non m’importa.»
Non servì altro: Matteo mi baciò. All’inizio andò piano,
come se non fosse certo che lo volessi anche io. Gli strinsi il gilè, perché
volevo che smettesse di essere così delicato. Spinse il corpo contro il mio e
mi fece scivolare la lingua nella bocca, intrecciandola con la mia, senza darmi
il tempo di chiedermi che cosa stessi facendo. Aveva il sapore del whiskey e di
qualcosa di più dolce. Il suo corpo emanava calore e forza. Mi afferrò la nuca
e la sua bocca fece divampare il bisogno che già sentivo dentro di me.
Dio, non c’era da meravigliarsi che nostro padre non volesse
che girassimo intorno agli uomini. Avevo appena scoperto quanto fosse bello
baciare e non volevo più fermarmi.
Qualcuno ansimò e Matteo e io ci allontanammo.
Quando posai lo sguardo su mia sorella Lily, ero ancora
frastornata. Era ferma in mezzo al corridoio e, probabilmente, stava tornando
in camera sua.
Spalancò gli occhi ed esclamò: «Scusate!» Dopo, venne
lentamente verso di noi. «Significa che vi sposerete?»
Sbuffai. «No, non lo sposerò. Non significa niente.»
Matteo mi lanciò un’occhiataccia e mi sentii quasi in colpa
per le mie parole dure, ma era la verità. Non avevo intenzione di sposare un
Uomo d’Onore, non importava quanto fosse bravo a baciare o che riuscisse a
farmi ridere. Gli uomini del nostro mondo erano degli assassini e si
divertivano a torturare. Non erano brave persone, nemmeno un po’: erano marci
dentro e niente avrebbe potuto cambiare quel fatto. Forse, a volte provavano a
comportarsi come dei ragazzi normali. Matteo era bravissimo a farlo, ma era
soltanto una maschera.
Matteo si voltò verso Lily. «Non dire a nessuno quello che
hai visto, okay?»
Mi spostai: avevo bisogno di allontanarmi da lui. Perché gli
avevo permesso di baciarmi? Forse ero stata fortunata ed era più ubriaco di
quanto non sembrasse. Forse l’indomani non avrebbe ricordato nulla.
«Okay» rispose Lily con un sorriso timido.
Matteo mi lanciò uno sguardo d’intesa prima di andare via.
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