sabato 22 febbraio 2020

SIGNORA DEL TEMPO. IL TEMPO NON PERDONA (3.NEUBOURG SERIE) DI CHIARA MINEO

NEUBOURG SERIE
1.BRAVE. SIGNORA DEI DRAGHI, 13 marzo 2017 (Recensione)
2.SIGNORE D'INVERNO: IL BACIO MORTALE, 15 settembre 2017 (Recensione)
3. SIGNORA DEL TEMPO.IL TEMPO NON CONCEDE PERDONO, 7 gennaio 2018
4. SIGNORE DELLA MORTE, 14 luglio 2018, (PREQUEL)

GLI EREDI DI NEUBOURG
1. L'EREDE DEI DRAGHI, 3 giugno 2019

AUTORE: Chiara Mineo
EDITORE: Self-publishing
GENERE: Fantasy Romance


Londra, 1851. Sienna non sa se la sua vita fosse migliore prima che due loschi uomini la trascinassero via. Eppure, era nel suo destino. Dal momento in cui viene ingaggiata per rubare un misterioso oggetto, la sua vita è destinata a cambiare. Non ne conosce il valore, ma quando la chiave viene distrutta, Sienna si ritrova in una terra lontana chiamata… Neubourg.
Bello e regale, Claus, Re del Regno dei Draghi, non ha mai visto una ragazza come Sienna, dagli stravaganti capelli: blu come gli zaffiri e verdi come i mari scintillanti. Ma quando lei lo colpisce e fugge via, Claus comprende che le loro vite sono destinate a intrecciarsi. Il suo unico compito è quello di darle la caccia. Sempre.

Passione, amore e misteri, nell’ultimo volume della Neubourg Series.
Lei è la Signora del Tempo e il Tempo non concede perdono.



Un re non obbedisce al suo cuore.
Un re obbedisce alla legge del suo popolo.


Il dolore riempì nuovamente il cuore di Sienna. Ed eccola di nuovo lì, in quel bellissimo salotto di Londra, dove tutta la sua folle avventura aveva avuto inizio. La nebbia era spessa e grigia, come un muro le impediva di andare oltre, di raggiungere ciò che vedeva. L’uomo misterioso era ancora lì, seduto sulla sua poltrona, accovacciato su se stesso e le mani strette alla testa. Era una sagoma scura, dai contorni neri. Scorgeva le sue spalle possenti avvolte nella giacca, i capelli lunghi e mossi, il profilo scolpito della mascella, ma tutto era ancora troppo confuso per capire chi fosse. Eppure, sapeva di aver già visto quell’uomo, di averlo incontrato da qualche parte. Solo non sapeva dove e quando. 
Dall’uomo proveniva un’immensa angoscia. «Torna indietro sana e salva, Sienna…» lo sentì mormorare. Le sue parole trafissero il cuore di Sienna. «Torna da me…» 
Sienna si svegliò lentamente, mentre quelle parole ronzavano nella sua testa. Se avesse potuto sarebbe corsa da lui, lo avrebbe abbracciato e rassicurato, ma non era ancora giunto il momento. 
Dentro di sé lo sapeva, lei aveva ancora una missione da svolgere. 
Riaprì gli occhi, mentre i primi raggi del sole filtravano dalla finestra e baciavano le sue guance. Era distesa di fianco sull’imponente letto a baldacchino, le mani giunte sotto la testa. Claus era di fronte a lei, anch’egli disteso, come il riflesso di uno specchio. Reggeva la testa contro il palmo della mano, mentre il gomito affondava nel cuscino. Da quanto tempo era sveglio? 
Sienna lo fissò intensamente, contemplò i tratti stupendi del suo volto. Un accenno di barba segnava la sua mascella, le labbra erano piene e carnose, invitanti; i capelli mossi gli incorniciavano dolcemente il viso, gli occhi scavavano nella sua pelle ustionandola. Si domandò cosa stesse pensando, che cosa vedessero realmente i suoi occhi. 
«Sono nei guai?» sussurrò nel silenzio. 
«Dipende» rispose lui serio, ma nei suoi occhi lei vi scorse uno strano scintillio. 
Calò di nuovo il silenzio, nessuno dei due abbassò lo sguardo. Erano lì, in quella bolla privata che nessuno sembrava poter scoppiare. 
Avevano condiviso lo stesso letto, avevano dormito insieme, ma Sienna non provava alcun imbarazzo. Fu naturale avvicinarsi sempre di più a lui, con una lentezza che sembrava aumentare il piacere dell’attesa in entrambi. Claus non riusciva a staccarle gli occhi di dosso mentre lei strisciava verso di lui. Il fruscio delle lenzuola fu il suono più bello che avesse mai udito nel primo mattino.
E poi, le labbra si Sienna furono sopra le sue. Ed eccolo giungere, quel sapore delizioso, dolce e irresistibile. Assaggiare le sue labbra una sola volta non era stato sufficiente, perché un bacio ne richiamava un altro. Lei era incerta, cauta, lui si tratteneva per non intimorirla. 
Le loro labbra si mossero lentamente, in una lenta carezza. Impararono a conoscersi, a familiarizzare. Entrambi sapevano quanto ciò fosse sbagliato. Lui era il Re e doveva proteggere il suo popolo, lei era una pericolosa Forestiera e non doveva trovarsi nel suo letto.  
Eppure, nessuno dei due pose fine a quel bacio.
Claus posò la mano sulla sua guancia, intrecciò le dita ai lunghi capelli. Dal primo istante aveva voluto sentirne la morbidezza, e come aveva immaginato erano soffici come la seta. 
Pressò di più le labbra sulle sue, la invitò a schiuderle, ad accogliere la sua lingua e lei obbedì. La fece distendere sulla schiena, si distese sopra di lei attento a non pesarle addosso, senza mai smettere di baciarla. 
Ripresero fiato, ubriachi del respiro dell’altro, i corpi divisi dalla lunga veste di lei e dalla vestaglia di lui. Claus si perse un attimo nelle sue iridi verdi che, calde e confortevoli, lo invitavano a fidarsi di lei. 
Tornò a baciarla, mentre la mano scorreva sul suo corpo, sopra la stoffa. 
Sienna non era mai stata così vicina a un uomo, Claus era il primo che baciava. Sapeva che avrebbe dovuto fermarlo, ma era stata lei ad avvicinarsi e adesso non riusciva a dire basta. Desiderava l’aria che lui respirava, il calore del suo respiro, le sue mani tra i capelli. Un brivido la percorse quando la mano di lui scivolò sui suoi fianchi. 
La sera prima aveva avuto paura di ciò che per la prima volta aveva udito, ma adesso che lei era sotto di lui, adesso che sapeva cosa si provava nel sapore della carne di un’altra persona, sentiva anche il bisogno di scoprire di più. 
Sopra le labbra di lui, mormorò: «Il mio nome…» 
«Cosa?» sussurrò lui continuando a baciarla, perlustrando la sua mandibola fino a raggiungere l’incavo del collo che la veste lasciava scoperto. 
Sienna si sentì mancare il fiato, iniziò a sentirsi calda tra le gambe come non le era mai capitato prima. «Il mio nome è… Sienna…» disse senza fiato, confusa. 
Claus sorrise contro la sua pelle. «Mi sono guadagnato un punto.» 
Sienna arrossì alle sue parole. Intrecciò le mani ai suoi capelli e lo invitò a baciarla ancora. 
La porta si spalancò, Sienna si staccò da lui come se si fosse ustionata. Spalancò gli occhi e indietreggiò nel letto contro i cuscini mentre la donna entrava dentro la camera come una furia. 
Al contrario di lei, Claus sembrava scocciato dall’interruzione. «Ma bene!» disse la donna adirata. «Vedo che hai trovato come distrarti in mia assenza!»
 Sienna riconobbe all’istante la donna. Il giorno prima l’aveva vista scendere da quella bellissima carrozza. Era la donna che Rune aveva chiamato la “Serpe velenosa” su consiglio del padre e forse, adesso, iniziava a capire il perché.





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