venerdì 19 giugno 2020

LEGATI DALL'ODIO (3. MAFIA CHRONICLES) DI CORA REILLY

MAFIA CHRONICLES
0.5 Luca Vitiello
1. LEGATI DALL'ONORE, 18 settembre 2019...Recensione
2. LEGATI DAL DOVERE, 29 novembre 2019... Recensione
3. LEGATI DALL'ODIO, 7 aprile 2020
4. Bound by Temptation
5. Bound by Vengeance
6. Bound by Love
7. Bound by the Past
AUTORE: Cora Reilly
EDIOTRE: Hope Edizioni
GENERE: Contemporary Mafia Romance
Quando Gianna vede sua sorella Aria sposare Luca Vitiello, il Capo della Famiglia di New York, un uomo che conosce a malapena, promette a se stessa che non subirà mai lo stesso destino.
Al matrimonio del fratello Luca, Matteo Vitiello rivede Gianna e decide che lei dovrà essere sua.
Quando le nozze vengono combinate, a Gianna non resta che accettare la volontà degli Uomini d’Onore. Lei, però, non ha intenzione di piegarsi alle leggi del mondo della Mafia e sposare qualcuno che non ama, quindi, qualche mese prima dal matrimonio, scappa, eludendo la sorveglianza della sua guardia del corpo.
Giunta in Europa è pronta a cominciare una nuova vita, ma non ha fatto i conti con la determinazione di Matteo che vuole ritrovarla a ogni costo.
E quando Matteo riuscirà nel suo intento, nulla gli impedirà di usare ogni arma in suo possesso per piegare Gianna alla sua volontà e dimostrarle che lei è sua.


Arriviamo finalmente alla storia tra Gianna e Matteo.
Ho atteso la loro storia con molta ansia e devo dire che sono abbastanza soddisfatta.
Ho sempre amato particolarmente il personaggio di Gianna perché è l’unica che ha sempre lottato contro tutto quello comporta essere una femmina in un mondo malavitoso.
Matrimoni combinati, abusi, discriminazioni.
Per quanto ritiene Matteo bello e sexy, non riesce ad accettare quello che lui rappresenta, ne è addirittura disgustata.
Vedendo poi la fine che ha fatto sua sorella, un matrimonio combinato con il capo della famiglia di New York, non che fratello maggiore di Matteo, alla notizia di essere stata data in sposa proprio a quest’ultimo, preferisce scappare e accettare le conseguenze, piuttosto che sottostare a queste assurde tradizioni.
Per mesi si sposta in tutta Europa cercando di trovare quella libertà che tanto desidera.
Per Matteo è sempre stata una sfida Gianna, il suo carette ribelle l’ha sempre eccitato.
E quando gli scappa da sotto il naso, per lui ritrovarla non è più solo una questione di onore, ma è anche di possesso e gelosia.
Infatti, l’idea che un altro prende ciò che li appartiene, lo fa impazzire.
Sin da subito la loro relazione è una battaglia, piacevole per il mio coinvolgimento.
Tuttavia, ad un certo punto l’ho trovato un po' pesante.
Gianna è stata una continua contraddizione e il finale scontato.
Continuo a non capire perché la Reilly ha voluto raccontare della donna come un oggetto, un pezzo di carne.
Come ho sempre detto, per farti piacere questa serie bisogno mettere da parte i pregiudizi.
Sono abbastanza soddisfatta, perché, visto il carattere tutto pepe dei protagonisti, mi aspettavo qualcosa di più avvincente.
Purtroppo, avvolte le autrici tendono ad andare sul sicuro e di seguire la massa, creando trame scontante, invece di azzardare e rischiare e differenziarsi dai luoghi comuni, regalandoci qualcosa di singolare.
Indubbiamente al momento della serie, questo è il mio preferito.
Attendiamo e vediamo nei prossimi cosa succederà.


Invece di tornare alla festa, decisi di andare nella mia stanza. Non ero dell’umore adatto per affrontare di nuovo i miei genitori. Avrei soltanto finito per litigare con mio padre e quel giorno non ne avevo proprio bisogno. Prima che potessi attraversare il corridoio che portava alla mia camera, due ragazzi si fermarono davanti a me. Non conoscevo i loro nomi e non sembravano essere molto più grandi di me; forse avevano diciotto anni. Uno dei due aveva un po’ di pancetta e l’acne, l’altro era più alto e minaccioso.
Provai a superarli, ma il tipo più alto mi bloccò il passaggio.
«Togliti dalle palle!» esclamai, guardando i due idioti.
«Non fare la guastafeste, Rossa. Chissà se lo sei anche lì sotto.» Indicò il punto tra le mie gambe.
Arricciai le labbra, disgustata. Come se non avessi mai sentito quelle parole prima.
Il ragazzo con l’acne scoppiò a ridere. «Potremmo provare a scoprirlo.»
All’improvviso, comparve Matteo. Afferrò il ragazzo alto e gli puntò un coltello all’inguine. «Oppure... potremmo provare a scoprire quanto tempo impiegheresti a morire dissanguato come un maiale dopo che ti avrò tagliato il cazzo. Che ne pensi?»
Ne approfittai per dare un calcio nelle palle al ragazzo con l’acne che urlò e cadde in ginocchio. Probabilmente, non avrei dovuto provare un piacere così forte per quel gesto.
Matteo inarcò le sopracciglia scure. «Vuoi occuparti anche di questo?»
Non me lo feci ripetere due volte, così diedi un calcio anche all’altro ragazzo, che finì in terra. Entrambi guardarono Matteo con espressione impaurita e mi ignorarono.
«Sparite, prima che decida di tagliarvi la gola» disse Matteo.
Scapparono via come cani con la coda tra le gambe.
«Li conosci?» chiesi.
Matteo posò il pugnale. Non sembrava così ubriaco come era parso prima. Forse, alla festa aveva soltanto cercato di mettersi in mostra. Mi guardai intorno e mi resi conto che eravamo soli in quella parte della casa e, dal modo in cui il mio cuore cominciò a battere più velocemente e il mio stomaco a fare i capricci, capii che era una pessima idea restare là.
«Sono i figli di due dei nostri soldati. Non sono ancora degli Uomini d’Onore.»
Forse, introdurli al mondo della mafia non li avrebbe resi delle persone migliori. «Avrei potuto occuparmene da sola» dissi.
Matteo mi guardò di nuovo dalla testa ai piedi. «Lo so.»
Non mi aspettavo quella risposta e non ero nemmeno certa se mi stesse prendendo in giro oppure no. «È divertente vedere come un secondo prima tu riesca a comportarti da cavaliere con l’armatura scintillante e quello dopo incoraggi tuo fratello ad abusare sessualmente di mia sorella.»
«Luca non ha bisogno di incoraggiamenti, fidati.»
«Mi fai venire il vomito. Tutta questa situazione mi fa schifo.» Mi voltai per andare via, ma Matteo mi precedette e mi fermò, mettendo un braccio contro la parete.
«Tua sorella starà bene. Luca non è crudele con le donne.»
«Dovrebbe farmi sentire meglio?»
Matteo si strinse nelle spalle. «Conosco mio fratello e non farà del male ad Aria.»
Lo guardai negli occhi: sembrava serio. Avrei voluto credergli, ma, da quello che avevo visto, Luca non era un uomo gentile. Era brutale, spietato e freddo, e non ero certa che la definizione di “non essere crudele” di Matteo corrispondesse alla mia.
«Ho davvero voglia di baciarti, cazzo» disse Matteo con voca roca, sorprendendomi.
Spalancai gli occhi, ma lui non si mosse. Rimase fermo davanti a me, con il braccio contro la parete, a fissarmi con i suoi occhi scuri. Grazie a Dio, non eravamo fidanzati, quindi le sue parole erano più che inappropriate. Se mio padre lo avesse sentito, sarebbe impazzito. Avrei dovuto essere nervosa, almeno imbarazzata, invece mi chiesi come sarebbe stato baciare qualcuno, baciare lui. Le ragazze che erano in classe con me avevano già dato il loro primo bacio ed erano anche andate oltre. Soltanto Aria, le altre ragazze delle famiglie mafiose e io eravamo protette dal mondo esterno. C’erano sempre delle guardie del corpo attorno a noi. Come sarebbe stato baciare una persona proibita? Come sarebbe stato comportarsi da cattiva ragazza?
«Allora perché non lo fai?» chiesi e sentii i campanelli d’allarme risuonare nella mia testa, ma li ignorai.
Quella era una mia scelta. Se non fossimo stati quello che eravamo, se non fossimo nati in quel mondo di merda, se Matteo non fosse stato un Uomo d’Onore e un assassino, forse avrei potuto innamorarmi di lui. Se ci fossimo incontrati come due persone normali, magari sarebbe potuto nascere qualcosa tra di noi.
Matteo si avvicinò e, per qualche ragione, indietreggiai fino a quando non sentii la parete contro la schiena. Lui mi seguì e presto mi ritrovai bloccata tra il suo corpo e la pietra fredda. «Perché nel nostro mondo ci sono delle regole ed esistono delle conseguenze per chi le infrange.»
«Non sembri una persona che segue le regole.» Non ero certa del perché lo stessi incoraggiando, non volevo le sue attenzioni, desideravo soltanto abbandonare quel mondo malato e le persone che ci vivevano. Farsi coinvolgere da una persona come lui me lo avrebbe impedito.
Matteo mi rivolse un sorriso tenebroso. «Non lo sono.» Allungò una mano e la fece scivolare tra i miei capelli. Rabbrividii per via del suo tocco. Non mi piaceva nemmeno Matteo, giusto? Era fastidioso, arrogante e non sapeva quando fosse il caso di chiudere la bocca.
Proprio come me.
Tuttavia, il mio corpo voleva di più. Gli afferrai il gilè, stropicciando la stoffa con le dita. «Nemmeno io. Non voglio dare il mio primo bacio a mio marito.»
Matteo rise piano ed era così vicino che lo percepii, piuttosto che sentirlo. «È una pessima idea» mormorò. Le sue labbra erano a meno di un centimetro di distanza dalle mie e il suo sguardo non era divertito come al solito.
Il mio corpo bruciava dal bisogno. «Non m’importa.»
Non servì altro: Matteo mi baciò. All’inizio andò piano, come se non fosse certo che lo volessi anche io. Gli strinsi il gilè, perché volevo che smettesse di essere così delicato. Spinse il corpo contro il mio e mi fece scivolare la lingua nella bocca, intrecciandola con la mia, senza darmi il tempo di chiedermi che cosa stessi facendo. Aveva il sapore del whiskey e di qualcosa di più dolce. Il suo corpo emanava calore e forza. Mi afferrò la nuca e la sua bocca fece divampare il bisogno che già sentivo dentro di me.
Dio, non c’era da meravigliarsi che nostro padre non volesse che girassimo intorno agli uomini. Avevo appena scoperto quanto fosse bello baciare e non volevo più fermarmi.
Qualcuno ansimò e Matteo e io ci allontanammo.
Quando posai lo sguardo su mia sorella Lily, ero ancora frastornata. Era ferma in mezzo al corridoio e, probabilmente, stava tornando in camera sua.
Spalancò gli occhi ed esclamò: «Scusate!» Dopo, venne lentamente verso di noi. «Significa che vi sposerete?»
Sbuffai. «No, non lo sposerò. Non significa niente.»
Matteo mi lanciò un’occhiataccia e mi sentii quasi in colpa per le mie parole dure, ma era la verità. Non avevo intenzione di sposare un Uomo d’Onore, non importava quanto fosse bravo a baciare o che riuscisse a farmi ridere. Gli uomini del nostro mondo erano degli assassini e si divertivano a torturare. Non erano brave persone, nemmeno un po’: erano marci dentro e niente avrebbe potuto cambiare quel fatto. Forse, a volte provavano a comportarsi come dei ragazzi normali. Matteo era bravissimo a farlo, ma era soltanto una maschera.
Matteo si voltò verso Lily. «Non dire a nessuno quello che hai visto, okay?»
Mi spostai: avevo bisogno di allontanarmi da lui. Perché gli avevo permesso di baciarmi? Forse ero stata fortunata ed era più ubriaco di quanto non sembrasse. Forse l’indomani non avrebbe ricordato nulla.
«Okay» rispose Lily con un sorriso timido.
Matteo mi lanciò uno sguardo d’intesa prima di andare via.


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