mercoledì 27 maggio 2020

INK- UNA STORIA D'AMORE TRA LA SETTIMA E LA MAIN (1. AMORI TRA LA SETTIMA E LA MAIN) DI ELIZABETH HUNTER

AMORI TRA LA SETTIMA E LA MAIN:
1. INK-UNA STORIA D'AMORE TRA LA SETTIMA E LA MAIN, 30 aprile 2020
2. Hooked
3. Greet

AUTORE: Elizabeth Hunter
EDITORE: Hope Edizioni
SERIE: 1# 7Th e la Main
GENERE: Contemporary, Romance


Emmie Elliot non aveva in programma di rimettere piede a Metlin, in California, e di sicuro non pensava di restarci. Era tornata nella sua città natale con una missione: vendere l’edificio che ospitava la libreria di sua nonna, prima di andare avanti con la sua vita.
Tuttavia, le cose non vanno sempre secondo i piani e, quando Emmie cambia idea, decidendo di riaprire il negozio, serve qualcosa che attiri l’attenzione. Lei ha bisogno di una strategia e di… Ox?
Miles Oxford non è il tipo a cui piacciono le proprietarie di librerie dal carattere riservato. È un tatuatore senza un negozio in cui lavorare e l’ultima cosa che desidera, dopo la fine di una relazione disastrosa, è frequentare qualcuna. Per Ox non bisogna mai mischiare lavoro e piacere, ma, dato che non prova alcun interesse per quella ragazza carina che gli ha fatto una proposta d’affari audace, è sicuro che non si ritroverà in situazioni imbarazzanti e complicate... giusto?
Lei “vende inchiostro”. Lui lo usa per tatuare. Insolito? Sì. Tuttavia, una libreria/negozio di tatuaggi potrebbe essere il biglietto vincente per arrivare a ottenere quel successo che entrambi desiderano. A condizione che ci si concentri sugli affari.
Soltanto sugli affari.

E’ stato un libro davvero piacevole.
A volte ho proprio bisogno di queste letture free, senza drammi, senza tragedie e con personaggi semplici e realistici.
Durante la lettura mi sono sentita parte della comunità di Metlin, una cittadina nel bel mezzo della California, dove tutti si conoscono e tutti si danno una mano.
Ho sentito una forte nostalgia di quando ero piccola, dove in ogni angolo della città c’erano boutique e negozietti.
Avevi il tuo panificio di fiducia, il tuo fruttivendolo, il bar che ti dava il motore per far partire la giornata, e lungo il cammino chiacchieravi e incontravi molta gente.
Adesso tutto questo è scomparso, e i centri commercianti hanno invaso la nostra routine.
Non so per quale motivo, ma Ink mi ha fatto ricordare quel periodo, dio...quanto mi manca ragazze. Quando ero piccola, spesso capitava che mia nonna mi mandava a fare la spesa, e la mattina la passavo a camminare per i vari negozi, momenti indimenticabili.
Scusatemi se mi sono prolungata con i miei ricordi.
Ma torniamo al libro, Emmie, amante lettrice, si ritrova a ereditare la libreria di sua nonna, la Metlin Books.
La sua intenzione iniziale e quella di vendere lo stabile e ritornare a San Francisco, poi però ricordi di momenti felici le fanno cambiare idea e decide di avviare la propria attività.
Ma ha bisogno di trovare idee strategiche, per attirare la clientela.
Ox è un tatuatore che lavoro difronte alla biblioteca di Emmie.
Tuttavia, ha fatto l’errore di mischiare affari con il piacere, e dopo l’ennesima discussione con la sua titolare, si ritrova senza più un lavoro.
Emmie cerca un socio e Ox un posto tutto suo per fare tatuaggi, Allora perché non unire le due cose?
“LEI, vende inchiostro, lui, lo usa per tatuare”, una idea geniale, ma c’è un’unica regola, saranno solo soci, nessun coinvolgimento emotivo.
Ma le regole sono fatte per essere infrante. Una lettura fluida, carica di sentimento e amore, perfetta per delle romantiche.

Un angolo della sua bocca si sollevò. «Credo di odiare la parola “bene” quando esce dalle tue labbra.»
«Peccato, perché è una parola molto utile usata quotidianamente nella lingua parlata.»
«È una parola inutile che non descrive niente. Le persone la utilizzano quando vogliono farti stare zitto.»
Emmie aggrottò la fronte. «Mi permetto di dissentire.»
«Ti ho mai detto che mi piace quando fai la pignola?»
 «Non sono pignola. Che vorresti dire?»
«E usi la punteggiatura nei messaggi.» Le fissò le labbra. «Non lo fa nessuno.»
«Io sì.» Si sentì in imbarazzo sotto il suo scrutinio. «Ox...»
«Sei fantastica questa sera.»
 «Grazie.» Sentì un peso al petto. Perché respirare era diventato tanto difficile? «Credo che ti sbagliassi sulla maglia, però.»
«Oh sì?» mormorò.
«Sì.» Deglutì rumorosamente. «Nessuno ha provato a toccarmi la schiena. Sono stati bravi.»
«Mi fa piacere, perché non mi va di spezzare le dita a nessuno.»
Emmie spalancò gli occhi. «Sarebbe un’esagerazione.»
«Sul serio?» Le fece scivolare una mano attorno alla vita e dietro la schiena, sfiorandole con le dita la spina dorsale. «Mi permetto di dissentire.»
 Riusciva a percepire il calore sprigionarsi dal suo corpo e sentiva il suo tocco bollente sulla pelle. «Ox, che cosa stai facendo?» Gli mise una mano sul petto. «Hai detto...»
«Voglio davvero baciarti in questo momento» le disse. «E so che non dovrei.»
Restò a bocca aperta, ma non trovò le parole per rispondere. Ha appena detto...?
«Quella bocca non aiuta.» Si avvicinò, le loro labbra a un soffio di distanza.
Emmie si aggrappò a quei muscoli. «Ox...»
Eliminò la distanza che li separava e le morse con dolcezza il labbro inferiore, stuzzicando la pelle con la lingua. Il corpo di Emmie andò a fuoco. Tuttavia, non appena sollevò l’altra mano per attirarlo più vicino, lui indietreggiò.
«Non era un bacio» le disse, accarezzandole le labbra con il respiro caldo. «Quindi non ho infranto le regole.»
«Ah no?» Sentì il labbro marchiato e gonfio. Desiderava assaporare quell’uomo, sentire la sua barba contro la mascella. «Mi sembra un semplice cavillo.»
 «Emmie» mormorò, palesemente frustrato.
«Ox?»
La lasciò andare e indietreggiò. «Prenditi il tempo di cui hai bisogno. Uno di noi deve tornare alla festa.»
Emmie spalancò gli occhi e cercò di riprendersi. «Giusto.» Fissò giù, in fondo alle scale, ma Ox le mise una mano sul fianco per fermarla e spingerla verso l’appartamento.
«Andrò io.» Stava tentando di non sorridere. «Prenditi un minuto e goditi il silenzio.» Indicò la porta. «Manderò Tayla se dovessi perdere tempo.»
Lei annuì. «Okay.» Si voltò verso la porta ma si fermò prima che lui andasse via. «È successo sul serio, giusto? Non l’ho immaginato?»
Sorrise. «Immaginato?»
«Non capisci.» Il viso le divenne paonazzo. «Ho una fervida immaginazione e leggo parecchio.» Si schiarì la gola. «E tornerò nel mio appartamento prima che la situazione degeneri.»
 Lui scese le scale, tenendosi al corrimano. «Vuoi dire prima che la situazione migliori?»
Sollevò un dito. «Non dovresti dire certe cose, Miles Oxford.»
Arricciò le labbra. «Ne sei sicura?»
«Hai stabilito tu le regole.»
Le sorrise. «Sì, ma ho dimenticato di dirti che non sono mai stato bravo a seguirle.»
 Emmie aprì la porta del suo appartamento e scappò prima di fare qualcosa di davvero stupido.



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