martedì 28 luglio 2020

BROOKLYN IN LOVE (1.BROOKLYN SERIES) DI SARINA BOWEN

BROOKLYN SERIES
1. BROOKLYN IN LOVE, 28 maggio 2020
2. Overnight Sensatin
3. Superfan
4. Sure Shot
AUTORE: Sarina Bowen
SERIE: 1# Brooklyn Series
EDITORE: Always Publishing
GENERE: Sport Romance
Proprietario della squadra di hockey dei Brooklyn Bruisers, genio dell’industria tecnologica, multimilionario dalla mente brillante e con un corpo da copertina, Nate Kattenberger sembra possedere tutto ciò che una donna desidera e che gli uomini invidiano. Eppure, non è soddisfatto della propria vita. 
Certo, Rebecca Rowley, la sua assistente, da ben sette anni illumina il suo ufficio con i suoi sorrisi, ma la rassicurante presenza della donna seda appena il desiderio inconfessabile di Nate: il suo bisogno di stabilire un rapporto che valichi i limiti imposti dai loro ruoli. 
Proteggerla e adorarla a distanza, celare la passione che gli infiamma il sangue al semplice suono della sua risata, infatti, diventa sempre più difficile. Fino a quando Rebecca resta coinvolta in un incidente sulla pista di ghiaccio e Nate coglie l’occasione che aspettava: offrirle il suo aiuto, come amico, ma anche il suo cuore. 
Rebecca è stata accanto a Nate sin dall’inizio della sua avventura imprenditoriale, aiutandolo a costruire il suo impero dal nulla. Non saprebbe dire quando l’ammirazione nei suoi confronti si sia trasformata in amore, ma di una cosa è certa: sette anni di fantasie irrealizzabili sono troppi perché possa affidarsi senza timori all’uomo dei suoi sogni, rischiando così di rovinare la loro amicizia.  

Quando si parla di Sport Romance la Bowen sa il fatto suo.
È il suo genere, sembra che conosce i miei gusti, i protagonisti che preferisco o che tipo di storia ho bisogno per perdere la testa.
Insomma, straordinaria.
Già tempo fa ho avuto piacere d’immergermi in uno dei suoi libri, ricordo che dopo “Prendermi per Mano”, ho avuto come un blocco del lettore.
Con questo romanzo, si allontana completamente dallo stereotipo ti imprenditore, dominante, tormentato, arrogante, che si innamora della sua assistente.
Si abbiamo il sexy miliardario, ma gentilezza e dolcezza sono i suoi tratti distintivi.
Per anni ha nascosto i suoi sentimenti, nei confronti di Rebecca; Addirittura, per non cadere in tentazione, la spedisce ad amministrare la squadra di Hockey in suo possesso.
Rebecca, anche qui la Bowen esce dall’ordinario, è l’assistente di Nate dal suo esodio nel mondo degli affari.
Ha sempre provato grande ammirazione nei suoi confronti e inizialmente ha avuto anche una cotta.
Quando, a causa di un incidente, Rebecca ha bisogno di una mano, Neta si fa avanti, trovando in questo gesto anche l’opportunità di dichiarare i suoi sentimenti.
Due adulti che provano a lasciarsi andare, cercando di affrontare le proprie paure.
Una lettura fresca, frizzante.
Il fatto che si avvicina molto alla realtà, non è altro che la ciliegina sulla torta, è solo il fatto che non mi ha esasperato con drammi o dialoghi assurdi, l’ho amato.
Insomma, è fantastica, tutti devono avere qualcosa della Bowen nella propria libreria, soprattutto se dichiarate di essere delle romantiche.

«Mmm.» Il cuscino è il migliore amico del mondo.

«Bec» ritenta.
L’inconscio mi sollecita. Lauren aveva detto che sarebbe passata a controllarmi, ma la voce non è la sua.
Mi giro e apro un occhio. «Nate?» indago, la voce roca. Il fatto che si trovi sul mio letto in una stanza d’albergo è strano. Ma non importa.
Mi scosta i capelli dalla fronte e il suo tocco è così tenero che mi risveglia un po’. La sensazione dei suoi polpastrelli sulla fronte è sorprendente e sconosciuta. «Che succede?» riesco a grugnire.
«Niente» sussurra. «Sono solo venuto a controllare.»
Mi rendo conto di cosa significa. «Lauren ha fatto la spia?»
«No.» Mi sorride nel buio. «Ti ho visto lasciare la festa barcollando. Ho chiesto in giro e Lauren mi ha confessato dov'eri a una sola condizione: che non ti avrei sgridato.»
«Ah.» Sbadiglio, ma la verità è che ora sono sveglia. Mi tiro su a sedere e mi appoggio alla testiera imbottita.
Nate emette un leggero verso sorpreso e mi ci vuole un attimo per capire che la causa è molto probabilmente la mia succinta biancheria intima. Abbasso gli occhi e le tette mi guardano, coperte a malapena da pizzo e raso. Ma è buio, quindi non me ne preoccupo troppo. E, ehi, se ti avvicini di soppiatto a una ragazza che sta dormendo, le vedrai anche un pezzo di pigiama.
«Mi hai appena svegliato da un sogno bellissimo» lo rimprovero all'improvviso.
«Ehm…» tossisce Nate. «Davvero?»
«Sì.» Con un sospiro, mi sistemo meglio. «Tutti i maglioni di cashmere erano in super saldo. E c’erano colori bellissimi sull'espositore. Non solo quelli gialli, hai presente? E credo di aver visto anche il cartello di saldi sulle scarpe. Sarei andata a dare un’occhiata a quelle, dopo.»
Nate spalanca gli occhi e poi ride. «Scusa se ti ho rovinato i sogni di shopping. Volevo solo assicurarmi che respirassi ancora.»
«Sinceramente, mi sento molto meglio.» Sollevo il bicchiere d’acqua dal comodino e bevo. Poi Nate me lo prende di mano e va in bagno per riempirlo di nuovo. «Ora sono completamente sveglia, idiota» dico, quando torna a restituirmelo. «Che ore sono?»
«Saranno le due.» Si siede accanto a me dall'altra parte del letto. Poi si toglie le scarpe per appoggiare i piedi sul piumone. Indossa ancora la camicia dello smoking, ma manca la giacca e il papillon è slacciato intorno al collo. «Sicura di star bene?»
«Sì, lo giuro. Il capogiro è passato. Ho preso solo un bicchiere di champagne e non credevo che...»
Alza una mano. «Non mi devi spiegazioni. Non sono affari miei.»
«Davvero?» Questo è ancora più sorprendente della gentilezza di Lauren di poco fa. «Ti sto servendo su un piatto d’argento la possibilità di dirmi “te l’avevo detto”. Buttati, amico.»
Nate getta la testa indietro e libera una morbida risata.
«Non posso. Ho promesso di non farlo.»
«L’hai promesso a Lauren?»
Si gira verso di me e noto che gli occhi gli brillano, anche se è buio. «Non voglio assillarti, Bec. È ovvio che stai bene. E sei abituata a prenderti sempre cura di tutti, anche di te stessa. Lauren me l’ha appena fatto ammettere. Tutto qui.»
Penso a Lauren nella sua seta blu e rivedo la mia opinione su di lei per la centesima volta. «Stasera era un vero splendore.»
«Anche tu.» La voce di Nate è più profonda del solito. Allunga il braccio sul piumone per stringermi la mano. E il suo tocco è più caldo di quanto mi aspettassi.
Ho avuto milioni di conversazioni con Nate. E spesso da soli. Ma questa è stranamente intima. Siamo nel cuore della notte ed è come se fossimo le uniche due persone sveglie in tutta la Florida. «Posso chiederti una cosa?»
«Certo» acconsente, senza lasciare andare la mia mano.
«Perché mi hai cambiato di ruolo con Lauren due anni fa?» La mia domanda lo coglie alla sprovvista. Apre la bocca e poi la richiude per un paio di volte. Alla fine, mi lascia la mano.
«Puoi dirmi la verità» sussurro. «Se pensi che Lauren sia più in gamba di me o più abile nel gestire i pezzi grossi, non mi offendo.» Non molto, comunque. «Ma mi ha sempre infastidito non sapere il perché.»
«Davvero?» Ha un’espressione inspiegabilmente infelice.
«Sì» ammetto. «Ho passato un sacco di tempo a cercare di capire cosa avessi sbagliato.»
«Cazzo» mormora. «Mi dispiace. Non è mai stata mia intenzione.»
Provo un’ondata di sollievo che non sapevo nemmeno di aspettare. «Davvero?»
«Cristo, no. Non hai fatto niente di male. Neanche una singola cosa.»
«Allora perché?» Mi si incrina un po’ la voce, ma è così che suona la domanda che mi esce dal cuore.
Forse avrei dovuto chiederglielo tanto tempo fa.
«Perché sono un dannato idiota.»
Sono un sacco di parolacce per una semplice questione lavorativa. Ho la sensazione di essere sul punto di scoprire qualcosa di importante. Aspetto che prosegua, ma non pronuncia una sola parola. «Non hai intenzione di spiegarti?»
«Se posso evitarlo, no» bofonchia.
«Nate!» Mi giro e mi alzo in ginocchio per essere alla sua altezza. «Dimmelo e basta, okay?»
«E se non ti piacesse la risposta?» ribatte.
«Forse, però me la devi comunque. Sei assolutamente illogico in questo momento!»
«Ma va?» contrattacca, voltandosi verso di me. Ci stiamo affrontando. «Non riesco a essere logico quando si tratta di te! Non ci riesco! Da anni!»
Le sue parole restano sospese nel buio tra di noi. Non le capisco fino in fondo. Ma quando alza una mano a prendermi la guancia, non mi sento più così confusa. Le sue dita sono talmente delicate che dentro di me tutto si tranquillizza.
Di solito non ci tocchiamo in quel modo, ma per qualche motivo non è imbarazzante, nonostante sia ben poco vestita. Guardo i suoi occhi gentili e potrei giurare che tratteniamo tutti e due il fiato per un bel po’. «Perché?» sussurro ancora una volta. E poi: «Per favore».
Chiude gli occhi e il pollice mi accarezza lo zigomo. Non sapevo di avere così tante terminazioni nervose sul viso. Provo l’istinto di appoggiarmi alla sua mano e chiederne ancora. Ma poi riprende a parlare. «È successo due anni fa, a marzo. Avevi appena cominciato a frequentare quel… tizio. L’artista. Gli piaceva venire in ufficio a chiacchierare prima che andaste via insieme.»
Cosa? Per un lungo istante non riesco nemmeno a ricordare di aver frequentato un artista. «Aspetta... Quel ragazzo che faceva il corriere e dipingeva anche? Perché dovrebbe avere importanza?» L’entusiasmo di uscire con lui è durato circa dieci minuti.
Nate scuote la testa e poi allunga anche l’altra mano. Mi prende il viso con una delicatezza tale che la mia pelle formicola sotto i suoi palmi caldi. Solo che mi rivolge uno sguardo esasperato, come se gli stessi facendo del male con questa semplice conversazione. «Non lo sopportavo, Bec. Sarei stato contento se avessi trovato qualcuno con cui essere felice, ma… non volevo stare lì a guardare.»
Sto quasi per chiedergli ancora una volta perché. Ma poi le sue parole cominciano a sedimentare. La sua confessione è una cosa grossa. Anzi, enorme. E non me l’aspettavo proprio.
Nel frattempo, siamo presi dalla più infuocata lotta di sguardi del mondo. I suoi occhi – che alla luce del giorno hanno un’insolita tonalità castano chiaro – sono neri come la notte. Li sto studiando così da vicino che giuro di riuscire a vederne le screziature d’oro anche al buio. E, da parte sua, Nate mi sta fissando come se il futuro del mondo dipendesse dal suo rifiuto di battere le palpebre.
E forse è così. Perché le sue mani si muovono, scivolando dal mio viso alle spalle nude. All'improvviso mi rendo conto di quanto siamo vicini. Il punto di contatto tra le sue mani e il mio corpo sembra crepitare. Se rompiamo questo equilibrio, potrebbe accadere qualcosa di ancora più folle. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio. Riesco perfino a sentire il calore che emana.
La pelle nuda mi si accappona.
La possibilità di ricevere un suo bacio è una novità per me. Sono stata migliaia di volte davanti a quest’uomo senza rendermi conto di che bocca abbia. È una bocca molto bella, che ho visto sempre sorridere sulle copertine delle riviste e ammiccarmi sopra tazze di caffè. Eppure, per la prima volta da anni, voglio sapere cosa proverei nel sentirla contro la mia.
«Perché?» sussurro di nuovo, ma stavolta la domanda ha un altro significato: perché ora sono così consapevole di te? Perché il seno si gonfia dietro il pizzo della camicia da notte? Perché c’è così tanto ardore nei tuoi occhi, e cosa mi fa? Perché...
Mi bacia.
Mi coglie di nuovo alla sprovvista. Ha labbra morbidissime. La mia bocca diventa ipersensibile. Quando le sue labbra sfiorano di nuovo le mie, lo schiocco del bacio mi riecheggia nel petto e mi si rizza la peluria sulle braccia. È travolgente. Mi aggrappo ai suoi bicipiti e annaspo.
Quel verso vibra tra noi. Nate se ne nutre. Mi avvolge la nuca con una mano e inclina la testa, perfezionando il bacio e la nostra connessione. Non c’è più titubanza, ormai. Ora so esattamente che sensazione provoca la bocca di Nate sulla mia. È meraviglioso. Socchiudo le labbra e mi sfiora la lingua con la sua.
E, accidenti! Lo “zing” che sento in questo momento sono i miei ormoni che si attivano tutti insieme. E mi fa incazzare. Emetto un gemito forte e spaventato dal profondo del petto. Perché... accidenti! Quel verso lo fa sobbalzare e scatta all'indietro, interrompendo il bacio.
«Nate!» lo sgrido. «Ma che diavolo!»
«Cristo» sussurra Nate. «Mi dispiace?»
«E vorrei vedere!» squittisco. «Hai appena rotto il sigillo! Abbiamo passato sette anni a non farlo! E ora so cosa si prova.» Non sapevo che un suo bacio mi avrebbe acceso ovunque, né che Nate avrebbe avuto il sapore di whisky e ardore. «Voglio dire...» Mi porto un polpastrello alle labbra con un sospiro strozzato.
Nate piega la testa di lato come un golden retriever che non riesce a capire qualcosa. «Bec, ascolta, mi scuserò di nuovo e porterò il culo fuori dalla tua stanza. Ma per l’amor di Dio, aiutami a capire: sei incazzata per il bacio? O sei incazzata perché ho smesso?»
«Non è una domanda semplice.» Ovviamente.
Spaesato, aggrotta la sua bella fronte. «È a scelta multipla, però!»
Non posso fare altro che fissare confusa quest’uomo verso il quale ho passato anni a coltivare un’immunità sessuale....


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