giovedì 24 settembre 2020

PENALITA' D'AMORE (1.LOVE ON ICE) DI HELENA HUNTING

LOVE ON ICE
1. PENALITA' D'AMORE, 20 luglio 2020
1.1 A pucked holiday outtake
2. EQUIVOCI D'AMORE, prossimamente
3. Pucked over 
4. Forever pucked
4.1 Area 51
4.5 Pucked Under
5. Pucked off
5.5 Get inked
5.6 Endorse this
6. Pucked love
6.5 Pucks & Penalties Pucked Series outtakes and deleted scenes 

AUTORE: Helena Hunting
EDITORE: Always Publishing
GENERE: Sport, Romance 

Una ragazza senza peli sulla lingua, un campione di hockey affascinante e tantissimi equivoci divertenti.
Con un famoso giocatore di hockey come fratellastro, l’eccentrica Violet Hall ha parecchia familiarità con la reputazione da donnaioli di tante stelle dell’hockey.
Quindi di certo non è interessata al leggendario capitano dei Chicago Hawks, Alex Waters, né al suo bel viso affascinante e ai suoi muscoli duri come la roccia. Ma quando Alex inavvertitamente smentisce l’idea errata di Violet riguardo all’inferiorità dell’intelletto dei giocatori di hockey, diventa all’improvviso molto più che solo un fisico attraente con un viso che lo eguaglia.
E in un momento di mancanza di giudizio, Violet finisce per scoprire quanto Alex sia abile non solo sulla pista da hockey.
Comunque lei crede che la notte selvaggia con un giocatore dalla pessima reputazione sia destinata ad essere soltanto questo, l’avventura di una notte. Ma poi Alex comincia a chiamare, a scrivere, a mandare doni stravaganti e divertenti, e tutto a un tratto diventa troppo difficile da ignorare e troppo irresistibile per non farselo piacere.
Con la stampa che descrive Alex come un donnaiolo seriale, i paparazzi, le fan scatenate, due famiglie invadenti, Violet è davvero pronta a fidarsi è a mettere in gioco il suo cuore? 
 
Ciao reader,
questo è il primo post che pubblico con la nuova layout di google e devo dire che è molto più complessa di quella vecchia, quindi scusatemi se trovate errori o differenze con le vecchie pubblicazioni.
Ora ritornando al romanzo, se devo valutarlo per la sua ironia, allora è il massimo.
La protagonista è una vera e propria svitata, stravagante al punto giusto.
E' stato il motore principale della storia, ho amato il fatto che si è allontanata dallo stereotipo.
Già nelle prime pagine, Violet, ci spiega, in modo molto diretto, come è fondamentale l'autoerotismo per affrontare la quotidianità, che non è solo un esigenza primaria dell'uomo, ma anche delle donne.
E' fuori di testa, capite perché l'ho amata?
Il protagonista, Alex, è la perfezione fatta in persona, sicuramente un cliché.
Famoso, ricco, bellissimo, ma sopratutto superdotato, diciamo che le sue doti, graziato da madre natura, sono stati i protagonisti principali di questa trama.
Tutto perfetto se non si cerca una lettura più profonda, ma una storia easy per passsare qualche oretta free.
Perché se volete una lettura un pò più "complessa" allora, questo romanzo non è adatto.
Per gran parte del libro i pilastri fondamentali della storia sono più le parti intime che i protagonisti in se stessi.
Tutto ruota a questa chimica e all'attrazione tra Alex e Violet.
Momenti di passione che con molta ironia si trasformano in momenti imbarazzanti.
Ok, ma c'è stata poca sostanza.
Tante pagine dedicate al sesso e pochi dialoghi.
Di romantico c'è stato poco e niente, piccoli attimi molto fugaci.
Carino, molto ironico, ma non posso dire di aver trovato questo grand coivolgimento o profondità emotiva.
Di certo mi ha molto divertita
Trovo le sigarette, ne metto una tra le labbra e cerco l’accendino. Non riesco a trovarlo da nessuna parte.
«Devi accendere?» Tiro fuori la testa dalla borsa e trovo Waters che mi porge un pacco di fiammiferi.
«Mi stai seguendo?»
Lui si stringe nelle spalle e mi rivolge un sorriso che potrebbe bucarmi le mutandine. Se fossi abbastanza stupida da permettere a me stessa di essere condizionata in quel senso. Non lo sono. Di solito.
«Ho pensato che ti facesse piacere un po’ di compagnia.» Apre la scatola di fiammiferi e ne tira fuori uno.
Stringo la sigaretta tra le labbra. Alex accende il fiammifero e vi fa scudo con la mano per riparare la fiamma. Resta in attesa mentre inspiro e la cenere diventa arancione per un tiro leggero. Tossisco.
«Cazzo!» Il fumo mi entra in un occhio e inizio a lacrimare. Mi copro l’occhio con la mano, imprecando come un marinaio.
«Hai una brutta linguaccia, eh?»
«Solo quando cerco di fumare con le palle degli occhi» preciso tra i colpi di tosse.
Alex lancia i fiammiferi su un tavolo e mi dà dei colpetti sulla schiena finché non ho finito di sputare un polmone. «Butterson non sembra molto contento.»
Dalla finestra avvisto Buck e Topa. Lei ha qualche problema con i selfie, perciò lui non sembra badare al fatto che sia appesa al suo braccio mentre guarda torvo nella nostra direzione. Stasera si sta comportando come uno stronzo colossale.
«Fanculo Buck.» Aspiro una finta boccata dalla mia sigaretta.
Mentre esalo una nuvola di fumo e soffoco con un altro colpo di tosse, sulle guance di Alex compaiono delle fossette.
«Fumi anche?»
Prendo in considerazione l’idea di mentire, ma decido di non farlo. «Non proprio. È un modo per scappare dalle situazioni imbarazzanti.»
«Quindi sei venuta qui fuori per scappare da me?»
«Non da te in particolare.»
Tira fuori la lingua e se la passa sul labbro inferiore. Ha una bella bocca, nonostante sia spaccata in un angolo. Ricordare il modo in cui ha neutralizzato il ragazzo di Atlanta mi infiamma dappertutto. Questo tipo di pensieri mi farà finire nei pasticci.
I giocatori di hockey portano guai. Soprattutto quelli sexy come lui.
Mi guarda, in attesa. Dannazione. Deve avermi fatto una domanda. La mia mente vaga come uno scoiattolo strafatto di Red Bull.
«Scusa, cosa?» Scuoto via la cenere dalla sigaretta.
«Stavi leggendo durante la partita… che libro era?» Sembra sinceramente curioso e un pochino offeso.
 «Tom Jones. Devo finirlo per il gruppo di lettura del martedì.»
Wow. Sembro mai una vincente? Deve avermi guardata, mentre era sulla panca della penalità.
«Fielding a una partita di hockey? Un po’ troppo intellettualistico con birra e violenza, no?»
 Sbatto le palpebre come se fossi stata abbagliata da una torcia elettrica.
Sa chi è l’autore di Tom Jones, e ha utilizzato l’aggettivo “intellettualistico” in un contesto appropriato. Avevo ragione, ha capito la mia citazione da Shakespeare. Alex Waters ha spazzato via il mio malinteso in merito all’inferiorità cerebrale dei giocatori di hockey… con una sola frase. Così facendo, è diventato infinitamente più attraente di quanto fosse cinque secondi fa.
«Hai letto Fielding?» Mi avvicino di un passo. Parlo a bassa voce, come se fossi passata alla modalità hot-line.
«I-i-i…»
È adorabile. Ha un’espressione familiare: panico misto a soggezione. Viene anche a me, quando inavvertitamente rivelo quanto sono nerd. Di solito la sera preferisco di gran lunga restare a casa accoccolata con un libro o a fare giochini solitari piuttosto che andare in un locale. Da qui l’eccessivo consumo di birra e il salvagente del fumare per finta.
«Trovo che la cultura sia seducente» sussurro.
«Anche io.» Gli compaiono le fossette.
Mi ritrovo in uno di quei rari momenti in cui il mio cervello va in tilt e faccio qualcosa di totalmente inconsueto. È così lontano dal mio codice di condotta personale che probabilmente rivivrò questo istante ancora e ancora, cercando di capire cosa ha fatto scattare l’interruttore. Per il momento do la colpa alle birre, al jet lag e alle sue accurate citazioni letterarie.
Afferro Waters per la maglietta e tiro la sua faccia verso la mia.
La sua bocca è morbida e calda. La barba corta sul mento mi gratta la pelle, e mi piace. Gli ficco la lingua in gola. Be’, non proprio così. Gliela passo sul labbro inferiore, toccando la ferita rimarginata appena, e lui schiude la bocca per me. Morbido, caldo e umido si incontrano con ancora più morbido, caldo e umido. Sa di cioccolato e di liquore al caffè.
La sua mano percorre una pista bollente lungo il mio fianco, prima che lui mi stringa a sé. È tutto spigoli duri e calore, e riesco a sentire… santo c… c’è un enorme rigonfiamento premuto sul mio stomaco.
Dopo troppo poco, lui interrompe il bacio, poi fa scorrere le labbra lungo la guancia fino all’orecchio. «Vuoi andartene?»
«Buck ti ucciderà.»
«Saprò affrontarlo.»
 

Nessun commento:

Posta un commento