mercoledì 22 aprile 2020

SEI TUTTI I MIEI DOMANI DI CARIAN COLE

TITOLO: Sei Tutti i miei Domani
AUTORE: Carian Cole
EDITORE: Newton Compton
PUBBLICAZIONE: 17 novembre 2019
GENERE: Contemporary Romance



Non puoi dimenticare il tuo primo amore. Il mio è un musicista perennemente in viaggio che è riuscito a guardare dritto nella mia anima. Sono passati quattordici anni ma non ho ancora dimenticato i suoi occhi, le cose che è riuscito a farmi provare. Ha mandato in frantumi tutte le mie certezze e i miei preconcetti. Ma mi ha anche spezzato il cuore. E quando la sua musica l'ha fatto diventare una star, ho continuato a esultare per lui. Come se fossi ancora la ragazzina innamorata di allora. Come se le nostre anime non avessero mai smesso di cercarsi.

Questo romanzo è stato un’altalena di emozioni.
A un certo punto ho avuto la sensazione che mi mancasse l’aria talmente sono state intense.
Al suo passaggio ha lascia segni indelebili, e prima di intraprendere un’altra avventura, ho dovuto prendermi del tempo.
Qualsiasi altro libro non era mai all'altezza, ero ancora troppo coinvolta con esso.
Il bello di questo romanzo e che con la sua brutalità, ma anche con molta dolcezza, affronta tematiche molto fragili.
Ovviamente il merito è tutto dell’autrice che è riuscita a trattare certi argomenti con grande delicatezza e cura.
Non è facile voler decidere di scrivere una storia romantica e voler affrontare certi tipi di problemi, lei invece ne è stata capace ed è stata fantastica nel farlo senza superficialità.
Si è presa il suo tempo, sapeva cosa voleva scrivere, è l’ha fatto nel migliore dei modi, senza escamotage o luoghi comuni.
Ha saputo usare le parole giuste, ha saputo creare personaggi perfetti, e con una storia tanto bella, come lettrice, non è stato difficile perdermi nelle sue pagine.
Non nego che non ci sono stati dei cliché, ma questa volta l’ho vissuta più come benedizione che come errore.
Parlo onestamente, talvolta c’è stato bisogno di un pizzicotto per ricordarmi che era solo un romanzo.
Non è semplice trovare la storia GIUSTA, quindi quando mi ci imbatto diventa facile riconoscerla.
Ma soprattutto, girata l’ultima pagina, diventa difficile dirgli addio e talvolta con sé, si porta un pezzetto del mio cuore.

<< Apre la portiera e, appoggiando un braccio al tettuccio, si sporge all’interno dell’abitacolo. «Hai intenzione di scendere?».

Tolgo le chiavi dal cruscotto, prendo gli snack ed esco dalla macchina. Lui indietreggia abbastanza da tirarmi a sé e chiudere la portiera alle mie spalle. Poi mi spinge contro l’auto. Si toglie la sigaretta dalla bocca tenendola tra l’indice e il pollice e volta la testa di lato per sputare fuori il fumo.
«Pensavo ti fossi dimenticata di me». Oggi la sua voce è più profonda e graffiante. Mi chiedo se si stia ammalando o se ha cantato in un bar fumoso del centro invece che solo suonare.
«Come potrei dimenticarti? Ha piovuto tutta la settimana, tutto qui».
Avanza fino a che i nostri corpi si toccano. «Forse è proprio quando voglio vederti di più».
 «Quando piove?».
Sposta con esitazione la mano lungo il mio braccio. «Per quanto ami il rumore della pioggia, le nuvole grigie e il vento, è quello il momento in cui ho più bisogno di te. Sei il mio raggio di sole». Un sorriso debole gli curva le labbra. «Mandi via i temporali».
Lo guardo negli occhi e noto per la prima volta un Blue diverso. Ma sono tanto presa dalle sue parole toccanti e dall’essere considerata un raggio di sole, che non sento cosa dice.
«E allora farò meglio a trovare l’ombrello», dico con un sorriso. «E la prossima volta che pioverà, verrò da te».
 La sua risposta è un bacio bollente che per poco non mi fa sciogliere contro la portiera.
«Dai, andiamo dentro».
Il modo in cui lo dice mi fa pensare che in qualche modo sia entrato nella casa abbandonata ma, seguendolo sul vialetto, vedo che supera l’ingresso dell’edificio e si dirige verso il cortile sul retro. Mi tiene per mano mentre attraversiamo il prato bagnato verso il capanno. Una fioca luce arancione illumina la piccola finestra, quindi immagino abbia la torcia dentro. La porta è socchiusa e Acorn fa capolino con il muso quando ci sente arrivare.
«Ciao, piccolo», lo saluto quando entriamo e lui inizia ad agitare la coda e a saltellare sulle zampe anteriori.
«Credo che gli piaccia stare qui», esclama Evan.
In piedi di fianco alla porta mi guardo intorno nello spazio angusto e scarsamente illuminato. Ho paura che muovendomi finirò dritta in una ragnatela. Sul pavimento, sotto la finestra, c’è un sacco a pelo e le ciotole di Acorn dall’altra parte della stanza, accanto alla chitarra di Evan.
«Possiamo sederci sul sacco a pelo». Sposta la torcia dal centro del locale a uno degli angoli. «O possiamo stare in queste vecchie sedie da giardino che ho trovato. Devo solo pulirle».
 «Uhm…». Mi tormento il labbro inferiore e cerco di scacciare le fobie che mi paralizzano.
«Cosa c’è che non va?».
Il respiro che trattenevo lascia i polmoni. «Mi fa un po’ paura questo posto».
«Paura? Di cosa?»
 «Soprattutto dei ragni. E dei pipistrelli».
 «L’unica cosa che può farti del male qui, sono io».
 Un brivido mi percorre la schiena. «Lo faresti?», sussurro. «Mi faresti del male?».
Mi fa indietreggiare contro il muro coperto di ragnatele e allunga le braccia a toccare la parete, ai lati della mia testa, intrappolandomi.
«Non voglio, ma succederà. E tu me lo permetterai». Sfiora le mie labbra con le sue. «Il fatto che tu ti stia innamorando di me ci distruggerà entrambi».
Il cuore mi batte tanto forte che sono certa lo senta contro il suo petto.
Mi sforzo di chiedergli: «Credi che mi stia innamorando di te?»
«Perché saresti qui altrimenti?».
Tremo quando mi cinge la vita e preme il suo corpo contro il mio. Voglio negare la sua affermazione ma la sua bocca cancella le bugie che stanno per uscire dalla mia. Sono immobilizzata come un esemplare di farfalla trafitto da uno spillo, allo scoperto senza modo di nascondermi, vulnerabile al suo vaglio fisico ed emotivo.
 «So che mi vuoi, Piper». Sfiora con dolcezza la curva del mio fianco, poi scende alla tasca posteriore dei jeans. Mi tocca il sedere, lo palpa con foga, come se dovesse dimostrare che gli appartengo. «E so che ti stai innamorando di me».
 «Blue…». Pronuncio il suo nome come se quello che ha detto non potesse essere vero.
«Non ti preoccupare, piccola. Credo anche io di essere sul punto di innamorarmi di te».
Mi solleva dal pavimento con un unico movimento senza apparente sforzo. Gli cingo la vita con le gambe e gli butto le braccia al collo tenendolo stretto mentre mi porta dall’altro lato della stanza; lascio la presa solo quando mi adagia sul sacco a pelo.
«E…». I suoi occhi si scuriscono per un attimo. Mi sembra quasi di percepire che sia pronto a scappare se mi avvicino troppo. Ha paura. Forse quanta ne ho io. «…questo mi spaventa da morire».
Si infila tra le mie gambe aperte e abbassa la bocca sulla mia, baciandomi in quel suo modo folle e disperato, come se ci fosse qualcosa dentro di me di cui ha bisogno ma che non trova.
Quando non riesco più a respirare, mi scosto. I suoi lunghi capelli mi sfiorano il viso mentre lo guardo negli occhi. Il sottile sacco a pelo non offre protezione dal pavimento di legno e mi muovo leggermente sotto il suo peso mentre rifletto.
«Possiamo essere spaventati insieme», sussurro per rassicurarlo, cercando di convincere entrambi che andrà tutto bene. In realtà però, non so se ci sia qualcosa in grado di placare il timore che gli leggo negli occhi.
Annuisce continuando a guardarmi e mi accarezza lentamente il labbro inferiore col pollice. Il tremore della sua mano stringe come una morsa il mio cuore e lo fa esplodere in milioni di piccoli pezzi che sprizzano amore e protezione nei suoi confronti.
«Sei mai stato innamorato prima?», domando piano. Una donna l’ha ferito? È per questo che ha lasciato casa sua? L’ha cacciato via lei?
Ci vogliono alcuni istanti prima che risponda e li usa per sfilarmi i vestiti. Io invece li passo a sperare che la risposta sia no.
 Traccia una linea con un dito sulla mia pancia fino ai seni e i capezzoli si inturgidiscono per quel tocco leggero e stuzzicante.
«Sì», risponde alla fine, palpandomi i seni con delicatezza e premendo i palmi contro le punte sensibili. «Irrimediabilmente innamorato».
La gelosia fa capolino come un mostro, distraendomi dalla bella sensazione delle sue mani calde sul corpo. «Cosa è successo con lei?».
 Si sporge in avanti e mi sfiora i capezzoli con la lingua, il piercing accarezza la mia pelle desiderosa. Il fresco tocco dei suoi capelli mi avvolge.
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La verità è inaspettata ma ugualmente devastante. >>



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