lunedì 6 aprile 2020

SEI TUTTO CIO' CHE VOGLIO (2.THE PROPOSITION SERIES) DI KATIE ASHLEY

THE PROPOSITION SERIES
0.5 THE PARTY, 14 febbraio 2020
1. LA MIA STORIA SBAGLIATA CON IL RAGAZZO GIUSTO, 8 novembre 2019...(Recensione)
2. SEI TUTTO CIO' CHE VOGLIO, 1 aprile 2020
2.1 Aidan's 7th Ring of Hell
2.2 Guess Who's Hopping down the Bunny Trail
2.3 Halloween with the Fitzgeralds
3. The Pairing
3.5 The Pradicament
4. The Plan


AUTORE: Katie Ashley
SERIE: The Proposition
EDITORE: Newton Compton
GENERE: Contemporary Romance

Nelle settimane successive al tradimento di Aidan, Emma ha fatto del suo meglio per andare avanti. Sta ignorando i suoi innumerevoli messaggi e non è sicura di volergli dare l'occasione di riconquistarla. Ma Aidan non si arrenderà senza combattere, soprattutto finché Emma non ascolterà quello che lui ha da dirle. Quando il travaglio prematuro costringe Emma a un rigoroso riposo a letto per due settimane, Aidan si fa avanti con una proposta sconvolgente: per dimostrare il suo amore si congederà dal lavoro e si prenderà cura di lei giorno e notte. Nonostante cerchi di proteggersi da una nuova delusione, Emma è colpita dalla tenerezza di Aidan. Ma il destino ha in mente qualche altro scherzo e, questa volta, Emma dovrà decidere una volta per tutte se il suo cuore appartiene ancora all'uomo che l'ha spezzato.


Smaniavo per l’uscita di questo romanzo.
La conclusione della storia d’amore tra Aiden ed Emma mi aveva lasciato al quanto sconvolta. Purtroppo, però, l’attesa non è stata ripagata come speravo.
Il legame che lega i protagonisti di certo non è dovuto a un sentimento genuino, almeno inizialmente.
Lui si offre di aiutare Emma a diventare madre in cambio che il concepimento venga fatto naturalmente, quindi se quello che era iniziato come un accordo si è poi trasformato in sentimento, non ne sono rimasta tanto colpita.
Certo, come ho detto inizialmente, il modo in cui Aiden, spaventato dei suoi stessi sentimenti, abbia distrutto il legame con Emma, è stato al quanto scioccante.
Tuttavia, quello che non mi è piaciuto è come si è evoluta la trama.
Il libro è iniziato abbastanza bene, gran parte della prima metà si concentra sui Aiden che tenta di redimersi dai suoi errori per riconquistare Emma, e quest’ultima, nonostante i suoi sentimenti, glia ha dato filo da torcere.
Abbiamo una grande crescita di maturità da parte di Aiden, da cucciolo spaventato, si trasforma in un uomo con la U maiuscolo.
Tuttavia, gli ultimi capitoli i dialoghi sono diventati quasi inesistenti.
Ho avuto la sensazione che l’autrice, rimasta senza idee, ha voluto a tutti costi prolungare la storia concentrandosi principalmente sulla vita sessuale dei protagonisti.
Infatti, gli ultimi capitolo sono stati ripetitivi.
Mi è dispiaciuto molto perché il potenziale c’era.
Attendo i prossimi e spero di ritrovare il coinvolgimento che sfortunatamente ho smarrito.

Qualcuno la stava scuotendo… Aidan la stava scuotendo.
«Em, svegliati».
Emma sbatté le palpebre e quando aprì gli occhi si trovò davanti il viso preoccupato di lui. «Che succede?».
La mano di Aidan lasciò la spalla per accarezzarle la guancia. «Stavi gemendo. Devi aver avuto un incubo, o qualcosa del genere».
 «No, stavo per venire», borbottò lei assonnata.
«Prego?».
Di colpo Emma fu completamente sveglia, e sollevò di scatto le mani per coprirsi il viso che sentiva bruciare per la mortificazione. «Oddio».
Aidan, accanto a lei, ridacchiò soddisfatto. «Ah, ragazzaccia. Gemevi perché stavi facendo un sogno erotico?».
 Ignorandolo, Emma si voltò su un fianco, sprimacciò il cuscino e si lasciò ricadere all’indietro.
«Aspetta un momento… quando hai detto “Fai piano, Aidan”, non era perché ti stavo scuotendo per svegliarti, vero?»
«Ora voglio rimettermi a dormire».
Lui le diede una pacca amichevole sulla spalla. «Ah, andiamo, Emma, ammettilo. Stavi sognando di fare sesso con me». La sua voce tradiva il piacere che provava. «Devo essere stato bravo, se stavi per venire».
Lei sbuffò esasperata. «Mi sorprende che tu mi chieda una cosa del genere. Non sei sempre convinto di essere straordinario?».
La mano di Aidan scivolò intorno alle sue spalle per attirarla a sé. Con il braccio di lui puntellato sul cuscino di fianco alla sua testa, Emma era bloccata contro di lui ed era costretta a guardarlo. «Tu sei l’unica donna al mondo con cui voglio essere straordinario a letto, o a cui voglio provocare orgasmi multipli e sconvolgenti». Scosse la testa. «E a nessun’altra, lo giuro».
Lei lo guardò negli occhi e passò il dorso della mano sulla sua guancia sulla ricrescita della barba. «Devi raderti», mormorò.
 Aidan aggrottò le sopracciglia.
«Non vuoi che la lasci crescere? Magari un pizzetto o una bella barba?» «No, mi piace così com’è».
«Allora mi farò la barba. Per te».
Sopraffatta da un desiderio bruciante, e tutt’ora confusa per il suo sogno, Emma si sollevò leggermente per baciarlo sulle labbra. Aidan si bloccò immediatamente e a Emma sembrò di baciare una statua di marmo, ma quando dischiuse la bocca per sfiorargli le labbra con la lingua, lui cominciò a sciogliersi. La mano che gli accarezzava la guancia scivolò tra i suoi capelli, ed Emma fece scorrere le dita tra le ciocche morbide, aggrappandosi e tirandole mentre gli mordeva leggermente il labbro.
Lui si lasciò sfuggire un gemito rauco e fece scivolare la lingua tra le sue labbra. Dio, quanto le era mancata la sensazione della sua bocca sulla sua, della sua lingua tentatrice intrecciata alla sua. Emma si sentì bagnare dal desiderio, e capì che non l’aveva mai voluto tanto intensamente.
Aidan fece scivolare la mano dalla spalla al seno, massaggiando e stringendo la pelle sensibile attraverso la camicia da notte. Emma aprì le gambe per accoglierlo.
Quando lui cominciò a sollevarle l’orlo della camicia da notte, Emma spalancò gli occhi, di colpo consapevole della realtà.
«Aspetta, Aidan, no!».
Lui sollevò la testa dall’incavo del collo per guardarla negli occhi con uno sguardo appannato, esaltato dal desiderio. «Ti prego, dimmi che non è perché non vuoi, dimmi che è solo perché ci siamo ricordati che il dottore ha detto di non farlo».
Emma annuì. «Non devo avere un orgasmo, perché può provocare delle contrazioni».
Lui la guardò con un sorrisetto ironico. «Allora ho fatto bene a svegliarti dal tuo sogno erotico, eh?».
Emma abbozzò una risatina e arrossì. «Credo di sì». Mentre lui si sollevava dal suo corpo, disse: «Mi dispiace».
«Non devi. Ci siamo lasciati trasportare». Le sorrise e si raggomitolò contro di lei. «E poi, fisicamente, potrà anche non essere altrettanto gratificante limitarmi a stringerti tra le braccia tutta la notte, ma nulla al mondo mi farebbe più piacere».
Emma sbuffò. «Perché devi dire cose del genere?»
«Che cosa?».
 Lei chinò lo sguardo. «Continui a dire e a fare tutte queste cose sorprendenti. Mi confondono».
«Vuoi che faccia il figlio di puttana per caso?»
«No, certo che no».
«Ah, ora ho capito. Tu vorresti che io fossi il vecchio Aidan egocentrico, così per te sarebbe più facile ignorare quello che provi per me».
«Non ho detto questo».
«Ma non vuoi che io cambi?»
«Mi sono innamorata del vecchio Aidan, no?».
Lui brontolò per la frustrazione. «Ma non vuoi che io sia un uomo migliore per te e per Noah?»
«Certo che sì».
«Allora lasciami dire e fare quello che voglio».
 «Va bene».
Per un po’ rimasero distesi in silenzio. «Non mi perdonerai mai, vero», le chiese Aidan.
«Un momento, e questo che significa?».
Lui si sollevò nel letto per mettersi a sedere. «Tutto quello che ho fatto per te in questi ultimi otto giorni, tutto quello che ho detto, tutte le volte che mi sono scusato cercando di fare ammenda… non significano un cavolo per te, vero?»
«No che non è vero», ribatté Emma.
«Certo che sì, è ovvio. Se fossi stata veramente interessata alla possibilità di tornare insieme, non avresti lasciato che Pesh venisse, neanche come medico. Gli avresti già detto che vuoi stare con me».
«Ho detto che, se ti disturbava tanto, avrei chiesto a Pesh di non venire, e che comunque sarei stata felice se tu fossi rimasto. È casa tua, per amor del cielo, potevi rimanere e vedere con i tuoi occhi che non è successo nulla di romantico tra Pesh e me, ma tu hai preferito andartene».
«Così ora cerchi di dimostrare che io me ne sono andato perché in realtà non m’importava se Pesh avrebbe cercato di provarci».
 «No, non è assolutamente così».
«Di nuovo è tutta colpa mia, vero?».
 Emma si strofinò le tempie. «Per favore, non potremmo smettere di discutere? Sono stanca».
«Già, be’, lo sono anch’io». Aidan gettò da parte le coperte e saltò giù dal letto. Lei non si diede la pena di chiedergli dove stesse andando; lo scalpiccio dei suoi piedi sulle scale le diceva tutto quello che le serviva sapere.
Si asciugò le lacrime dagli occhi con le mani strette a pugno. Accidenti, perché non sapeva cosa fosse meglio fare? Perché non riusciva a capire se aveva bisogno di stare con Aidan, oppure se doveva dirgli addio? Perché aveva sempre l’impressione che le emozioni che provava fossero altalenanti?




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